Bioplastiche al centro dell’attenzione del legislatore comunitario.
Da un lato il richiamo della UE all’Italia per avere quest’ultima “forzato” il blocco al monouso in biopolimero nell’ambito del recepimento della cd. Direttiva SUP (Single Used Plastic); dall’altro l’apertura, sino al 15 marzo prossimo, della consultazione pubblica della Commissione europea tra gli stakeholder per raccogliere suggerimenti in vista della stesura del Quadro politico sulle plastiche biobased, biodegradabili e compostabili.
Circa il primo fronte, il Dlgs 196/2021 – entrato in vigore il 14 gennaio scorso - va verso lo stop: Bruxelles lo valuta non del tutto conforme alla direttiva 2019/904 (SUP); l’Italia, tenuto conto del fatto che "un parere circostanziato obbliga lo Stato membro che ha elaborato il progetto di regola tecnica … a rinviarne di sei mesi l'adozione a decorrere dalla data della notifica. Detto termine scade pertanto il 23 marzo 2022", dovrà a questo punto riferire alla Commissione circa il seguito che intende dare a tale parere.
"La direttiva Sup non prevede alcuna eccezione per la plastica biodegradabile – scrive il commissario Breton –. Al contrario, ….prevede esplicitamente che la definizione di ‘plastica' contenuta nella direttiva SUP dovrebbe comprendere la plastica a base organica e biodegradabile, a prescindere dal fatto che siano derivati da biomassa o destinati a biodegradarsi nel tempo. Pertanto, tale plastica biodegradabile è considerata come qualsiasi altra plastica".
Sulla plastica biodegradabile e compostabile, dunque, la Commissione non ha ravvisato "alcuna base giuridica per l'Italia per introdurre deroghe speciali", come, appunto, l’Italia ha fatto con il Dlgs 196/21, per mezzo del quale ha considerato la plastica monouso biodegradabile un'alternativa alla normale plastica monouso.
A questo punto o l'Italia modifica il Dlgs 196/2021 oppure si aprirà una procedura d'infrazione, il cui esito appare scontato perché il dettato della direttiva è fin troppo chiaro.
E questo nonostante le bioplastiche rappresentino per l’Italia una eccellenza sia in termini di ricerca che di produzione, nonché di riciclo, visto quanto fatto da ACM in questi ultimi 20 anni.
Non resta che sperare il Quadro politico sulle plastiche biobased chiarisca il ruolo che le plastiche biobased, biodegradabili e compostabili possono svolgere per mantenere gli impegni della Commissione su un'economia circolare e a emissioni zero. Servirà inoltre a comprendere meglio gli impatti ambientali dell'intero ciclo di vita di queste materie bioplastiche e le applicazioni più appropriate affinché tali materiali possano offrire reali vantaggi ambientali rispetto alle plastiche tradizionali.